NTC 2018 – § 7.4.3.1 – STRUTTURE TORSIONALMENTE DEFORMABILI
A valle di ogni calcolo di un edificio in c.a va sempre controllata la deformabilità torsionale della struttura onde evitare che, nel caso si riscontrasse tale deformabilità, il fattore di comportamento assunto risulti superiore a quello (piuttosto basso) corrispondente alla tipologia delle strutture deformabili torsionalmente (spesso caratterizzate da un nucleo centrale rigido con telai perimetrali). Si noti che questo controllo è necessario anche nel caso di struttura non dissipativa per la quale in caso di deformabilità torsionale e mancanza di regolarità in altezza (quasi sempre) si avrebbe in base alla [7.3.2] NTC:
q = 2/3 x 0,8 x 2,0 = 1,066
valore molto minore dell’auspicato q = 1,5 per una struttura non dissipativa.La valutazione della deformabilità torsionale è descritta nel § 7.4.3.1 NTC in cui si fa riferimento, piano per piano, ai soli momenti d’inerzia dei pilastri e/o delle pareti purché queste ultime siano snelle e a deformazione prevalentemente flessionale. I limiti di tale procedimento sono evidenti:
– i centri di rigidezza di piano non sono grandezze fisiche ma entità puramente convenzionali; in realtà essi variano continuamente durante il moto sismico in funzione dell’entità delle forze applicate;
– non viene considerata la deformazione a taglio che, specie per le pareti, può essere determinante;
– non viene considerata la rigidezza delle travi che può influenzare l’esito della stima;
– non viene considerata l’interazione reciproca tra i vari impalcati molto importante nel caso di strutture non regolari.
In una delle ultime bozze della Circolare alle NTC 2018 viene proposto il seguente procedimento alternativo per la valutazione della deformabilità torsionale basato sul seguente rapporto:
Ω = T/Tθ
dove:
T = periodo traslazionale disaccoppiato
Tθ = periodo torsionale disaccoppiato
Se Ω risulta maggiore di 1 la risposta è principalmente traslazionale, se inferiore ad 1 la risposta è dominata da un comportamento torsionale e, dunque, la struttura va classificata come deformabile torsionalmente.
Questo procedimento è sicuramente più attendibile, specie per strutture non regolari, in quanto si basa sull’analisi modale che intrinsecamente tiene conto della matrice di rigidezza dell’intera struttura e della distribuzione, al suo interno, delle masse.Si tratta quindi semplicemente di esaminare i risultati dell’analisi modale effettuata in assenza di eccentricità accidentale ed estrarre il periodo traslazionale a cui è associata la maggiore massa partecipante ed il periodo torsionale cui è associata la maggiore massa rotazionale. In realtà essendo due le direzioni traslazionali sono presenti due valori di T e tra questi è opportuno, a mio avviso (anche se la Circolare non ne fa cenno), assumere il minore dei due per il calcolo di Ω.
Non tutti i programmi di calcolo però espongono tra i risultati le masse rotazionali partecipanti anche se, di solito, il periodo torsionale con la maggior massa rotazionale è quello di valore maggiore tra quelli con poca massa traslante partecipante. Il software Edifici ca utilizza entrambi gli approcci per la stima della deformabilità torsionale dando all’utente la possibilità di scegliere quale dei due assumere nella propria struttura.