NTC 2018 – § 7.3.1 – SPETTRO SLD MAGGIORE DI QUELLO SLV
L’utilizzo di fattori di comportamento mediamente maggiori di 2.5 può comportare che lo spettro di progetto allo stato limite di danno SLD risulti in tutto o in parte superiore allo spettro SLV. Se si vuole garantire l’assenza di danno strutturale allo SLD le NTC offrono la possibilità (§ 7.3.1) di scalare la domanda SLV sulla base di quella SLD. A tal fine è necessario ridurre in tal senso il fattore di comportamento q per ognuna delle due direzioni sismiche. Le NTC non forniscono, però, indicazioni operative in tal senso.
Nella colpevole assenza della Circolare applicativa definitiva si ritiene, pertanto, opportuno anticipare una formulazione del fattore di comportamento ridotto q’ fornita da una bozza di Circolare del 2017 che risolve in modo semplificato il problema:
q’ = qND Se,SLV(T1) / Se,SLD(T1) [C7.3.1]
dove:
– qND è il fattore di comportamento non dissipativo [7.3.1]: 1 ≤ qND = 2/3 qCD’B’ ≤ 1,5
– qCD’B’ è il fattore di comportamento in classe di duttilità “B” della tipologia in esame
– T1 è il periodo del primo modo traslazionale nella direzione considerata
– Se,SLV(T1) , Se,SLD(T1) sono i valori degli spettri elastici SLV ed SLD di cui alle eq. [3.2.2] NTC
L’applicazione della [C7.3.1] va effettuata a valle di un primo calcolo dinamico modale sulla base dei fattori di comportamento assegnati in classe CD”B” in corrispondenza della tipologia in esame. Se risulta q’ ≥ qCD’B’ il calcolo può proseguire normalmente. In caso contrario occorre ripetere il calcolo assegnando alle due direzioni sismiche i corrispondenti nuovi valori ridotti q’.
I due valori di T1 da inserire nella [C7.3.1] si ottengono dall’esame dei risultati dell’analisi modale scegliendo, tra tutti i periodi, i due periodi traslazionali principali; quelli cioè a cui corrispondono le maggiori masse partecipanti nelle corrispondenti direzioni. Naturalmente questo esame può essere compiuto dal programma di calcolo che potrà anche suggerire il valore modificato q’ da inserire tra i dati sismici per una nuova elaborazione.
L’individuazione, a valle dell’analisi modale, dei due periodi T1 traslazionali principali è inoltre di grande importanza nelle verifiche di duttilità da effettuare per le sezioni dei pilastri allo spiccato dalle fondazioni. Per tali verifiche (disequazione [7.4.29]) è necessario conoscere i fattori di duttilità in curvatura μΦ che vanno calcolati proprio in funzione dei due periodi T1 nelle rispettive direzioni sismiche di calcolo: