A Roma, lo scorso 13 dicembre 2017, si sono riuniti 144 esperti al fine di rendere più efficaci ed applicativi i principi individuati dalle
attraverso lo sviluppo di un “catalogo dinamico delle buone pratiche progettuali” che sia uno strumento utile ed efficace proprio della struttura Italia Sicura.
L’incontro si è sviluppato su 12 tavoli di discussione, ognuno coinvolto in specifiche tematiche inerenti le problematiche del dissesto idrogeologico.
Densità di frane (area in frana/area cella) su maglia di lato 1 km; Fonte: Rapporto ISPRA, 233/2015
Occorre sottolineare un sostanziale accordo fra i vari partecipanti (l’associazione Sigea e nove professionisti e studiosi del mondo istituzionale, professionale, accademico ed imprenditoriale) al tavolo 8, “Gli effetti dell’intervento sulla dinamica del fiume e della costa“.
Le conclusioni specifiche, prima della consegna dei punti discussi per la sintesi con gli altri Tavoli, fanno soprattutto riferimento ai seguenti punti:
- Notevole complessità delle problematiche della morfodinamica fluviale e costiera con una relativa maggiore complessità per le aree costiere;
- Necessità che la progettazione sia interdisciplinare (geologi, ingegneri, pedologi, architetti, geofisici, ecc.);
Ruolo fondamentale della PA nelle fasi preliminare e di approvazione dei progetti; - Necessità di investimenti e condivisione dei dati che devono essere acquisiti dalla PA e messi a disposizione della comunità tecnica;
- Necessità di consultazione con la cittadinanza che può dare indicazioni che possono condizionare aspetti progettuali. per evitare sospensioni ricorsi ecc., anche con il coinvolgimento di figure professionali idonee (sociologi, antropologi, geografi);
- Si suggerisce che Italia Sicura si occupi di censire o formulare esempi di Buona Pratica progettuale ed esecutiva, sia italiane che estere, con riferimento specifico al monitoraggio degli effetti degli interventi alle diverse scale spaziali e temporali e manutenzione delle opere realizzate.
I risultati della discussione dei vari tavoli sono visionabili nel Report Finale, scaricabile a questo link.
Aree a pericolosità da frana PAI; Fonte: Rapporto ISPRA, 233/2015
“…La cultura del contrasto al dissesto, nel nostro Paese, ha una settantina d’anni. Nasce con l’evento del Polesine del 1951 ed è poi proseguita con alterne vicende. In particolare tra gli anni ’80 e i primi anni 2000 ha raggiunto l’apice dell’interesse, con la emanazione della legge quadro del 1989 e un dibattito forte e diffuso che ha coinvolto la politica, l’università, la galassia delle professioni in una miriade di convegni, incontri, seminari. Ha poi fatto seguito un periodo di progressivo declino che ha portato la tematica nel cono d’ombra che ha caratterizzato l’ultimo decennio.
Sarebbe tuttavia errato, prima che riduttivo, banalizzare questo fenomeno…Il nocciolo del problema non è riducibile, come molti sostengono, alla carenza di risorse.
Gli importi delle programmazioni, per quanto apparentemente soverchianti, potevano certamente essere trovati, vista anche la scansione degli interventi su scale ventennali. La ragione va piuttosto cercata nei problemi connessi al modello prescelto, ancora affondato nella cultura degli anni del dopoguerra e del tutto inadeguato alla situazione di fine del secolo o, peggio, nel nuovo millennio” – sottolinea il professore Menduni